giovedì 7 ottobre 2010

La Fiab all’attacco di Dompé per la ciclabile “cancellata”

«Cancellando un pezzo di pista ciclabile, l’amministrazione comunale di San Donato Milanese ha voluto segnare un altro passo verso il “vecchio modello” di mobilità insostenibile a favore dell’auto privata». Dopo la protesta animata nei giorni scorsi dai Verdi, che hanno sferrato un attacco all’esecutivo di Mario Dompé per aver cancellato la riga gialla di demarcazione del corridoio protetto per le bici, ieri ha preso la parola Giulietta Pagliaccio, di L’Abici - Fiab. «È sconcertante - fa sapere Pagliaccio - vedere come, mentre le questioni della mobilità sostenibile sono ormai tra i temi principali di qualsiasi amministrazione pubblica, San Donato stia velocemente riportando indietro di molti anni l’orologio delle innovazioni viabilistiche che le avevano permesso di potersi confrontare con le realtà europee più avanzate. Ricordiamo ancora infatti che nel 2007 era stata non a caso insignita del premio Fiab come “Città amica delle biciclette”. Il sodalizio di appassionati dalla due ruote sfodera con l’occasione anche una foto di un corridoio per manubri di Friburgo (Germania), simile a quello che era stato realizzato in viale De Gasperi. I promotori della campagna di protesta rispondono così alla giunta sandonatese, la quale ha più volte ribadito che l’eliminazione della fascia di asfalto dedicata ai pedali è legata alla pericolosità di un modello di piste ciclabili che non hanno protezione dal traffico veicolare. «È statisticamente provato - ribattono i difensori della mobilità ciclabile - che un maggior numero di biciclette sulle strade aumenta il livello di sicurezza per tutti e diminuisce il numero di incidenti». Parte così la richiesta ai vertici dell’ente locale «di tornare a perseguire quelle politiche di incentivazione e sostegno della mobilità ciclistica perché San Donato possa tornare a confrontarsi alla pari con le altre realtà europee più avanzate». L’attenzione torna così sull’asse di grande scorrimento, dove in passato i più vicini al mondo del mezzo ecologico avevano promosso anche alcune manifestazioni di protesta, sollecitando il mantenimento delle piste esistenti, oltre alla creazione di nuove.

fonte: Il Cittadino

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