Collegherà le frazioni di San Donato e permetterà di raggiungere a
piedi o in sella alla due ruote l’abbazia di Chiaravalle . Sarà
realizzata al posto della linea ferroviaria Milano-Pavia
San Donato. Dopo 150 anni l’antichissima abbazia di Chiaravalle
potrebbe vincere la sua “battaglia” contro la città alle spalle, con i
suoi simboli di progresso: al posto della ferrovia Milano-Pavia, ormai
dismessa a pochissimi metri dalla chiesa, forse sarà realizzata una
pista ciclopedonale da Rogoredo a Poasco e Sorigherio, frazioni di San
Donato. Il progetto e i conti sono già stati fatti nei mesi scorsi
dalla provincia di Milano, che ha calcolato 1,5 milioni di euro per la
radicale trasformazione del sedime stradale da ferrovia a ciclovia.
L’ipotesi consiste proprio nel togliere i binari dalla tratta dismessa
della Milano-Pavia, circa due chilometri da Rogoredo a Poasco, posare
l’asfalto e trasformarli in carreggiata per andare in bicicletta o a
piedi sino all’abbazia, la più importante lasciata al capoluogo
lombardo. Se il progetto, redatto dall’assessorato al territorio e
mobilità di palazzo Isimbardi, dovesse andare in porto entro il 2011
(c’è già la richiesta di comodato d’uso dei binari a Trenitalia, nda)
avrebbe un po’ un senso di “rivincita” contro lo sfregio subito da
Chiaravalle milanese esattamente 150 anni prima. Fu nel 1861 infatti,
in pieno furore di modernizzazione dettato dall’unificazione d’Italia,
che avvenne l’abbattimento del chiostro bramantesco di Chiaravalle,
proprio per farci passare locomotive e vagoni. Gli ingegneri che
tracciarono la linea Milano-Pavia ipotizzarono addirittura la
demolizione totale dell’abbazia cistercense, fondata a metà del XII
secolo ma rimasta senza monaci dal 1798, poi il più contenuto
abbattimento del magnifico chiostro esterno cinquecentesco. Il
risultato portò le traversine ferroviarie praticamente rasenti alla
chiesa, dove tuttora sono posate. Proprio la tecnologia, però, si è
rivelata “killer” per quelle idee ottocentesche, perché (oltre ad
essere tornati i monaci in Chiaravalle), alcuni anni fa Fs-Trenitalia
decisero che i convogli moderni rischiavano di far crollare con le loro
vibrazioni il preziosissimo complesso abbaziale. È stato ultimato
quindi il tratto alternativo della linea e per quello vecchio si sono
aperte interessanti prospettive, al di là del sapore di rivincita o
meno. La prima di queste porta la firma dell’assessorato guidato da
Pietro Mezzi, competente anche per la mobilità ciclopedonale: sfruttare
la ferrovia come pista ciclabile. Una ciclabile privilegiata, che
permetterebbe di raggiungere in tutta sicurezza, e non scansando come
ora le auto lungo via Sant’Arialdo, l’abbazia che sorge nel Parco Sud.
La provincia potrebbe autofinanziare il progetto. I primi 450 metri del
tracciato correrebbero a fianco dei binari tuttora in uso; poi la
ciclovia, fiancheggiata da abbondante verde, coprirebbe 1,5 chilometri
sopra l’antica ferrovia, arrivando sino al centro di Poasco.E. D.
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