Una pista ciclabile
al posto delle vecchie rotaie
Da Rogoredo a Poasco la prima via verde milanese
di Stefano Rossi ( fonte: La Repubblica)
Il bivio di Chiaravalle nel nuovo progetto
In Francia si chiamano voies vertes, in Spagna vias verdes. Le "vie verdi" sono le vecchie strade ferrate, dismesse dalle Ferrovie e riconvertite in piste ciclabili.
Hanno il vantaggio di svilupparsi lungo un tracciato già definito e di sostenere una mobilità ecologica. A Milano se n´è parlato in un convegno internazionale lo scorso novembre ma è già dal 2004 che la Provincia punta su questo modello, ampiamente sperimentato all´estero.
Adesso c´è il primo, vero passo. La prima "via verde" milanese, se tutto va bene, sarà quella da Rogoredo a Poasco, frazione di San Donato.
Sono 3.400 metri che costeggiano l´abbazia di Chiaravalle. Ci passano i binari ma non i treni. Quel pezzo della Milano-Pavia è stato bypassato, sia per evitare danni alle fondamenta del monumento, sia per allontanare la linea dal borgo e sopprimere (secondo una costante delle Ferrovie, quando è possibile) due passaggi a livello.
La pista ciclabile partirà dalla stazione di Rogoredo, dove passa anche la Mm gialla, e la facoltà di portare le bici in metropolitana ne aumenterà il potenziale utilizzo. Così come il collegamento al Passante, attualmente in costruzione, delle due linee attestate a Rogoredo, la Milano-Piacenza e la Milano-Pavia
L´assessore provinciale al Territorio, Pietro Mezzi, su questo punto è chiaro: «Questa giunta vuole dare un´alternativa di trasporto. Prima di noi la Provincia pensava alla ciclabilità come momento di tempo libero, noi abbiamo cambiato impostazione». Mezzi, che ha la delega per la mobilità sulle due ruote, ha così avviato il progetto MiBici per adattare alle bicicletta 1.200 chilometri di percorsi centrati su città e hinterland, da aggiungere ai 2.200 di piste ciclabili esistenti. Un piano decennale.
Il primo passo sono i 3 chilometri e mezzo della Rogoredo-Chiaravalle-Poasco, al costo di 1 milione e 570.000 euro. C´è un però. La proprietà è di Rfi, Rete ferroviaria italiana, alla quale la Provincia ha chiesto, il 23 aprile, la concessione delle aree in comodato (dunque gratis) per una pista larga 3-4 metri.
Hanno il vantaggio di svilupparsi lungo un tracciato già definito e di sostenere una mobilità ecologica. A Milano se n´è parlato in un convegno internazionale lo scorso novembre ma è già dal 2004 che la Provincia punta su questo modello, ampiamente sperimentato all´estero.
Adesso c´è il primo, vero passo. La prima "via verde" milanese, se tutto va bene, sarà quella da Rogoredo a Poasco, frazione di San Donato.
Sono 3.400 metri che costeggiano l´abbazia di Chiaravalle. Ci passano i binari ma non i treni. Quel pezzo della Milano-Pavia è stato bypassato, sia per evitare danni alle fondamenta del monumento, sia per allontanare la linea dal borgo e sopprimere (secondo una costante delle Ferrovie, quando è possibile) due passaggi a livello.
La pista ciclabile partirà dalla stazione di Rogoredo, dove passa anche la Mm gialla, e la facoltà di portare le bici in metropolitana ne aumenterà il potenziale utilizzo. Così come il collegamento al Passante, attualmente in costruzione, delle due linee attestate a Rogoredo, la Milano-Piacenza e la Milano-Pavia
L´assessore provinciale al Territorio, Pietro Mezzi, su questo punto è chiaro: «Questa giunta vuole dare un´alternativa di trasporto. Prima di noi la Provincia pensava alla ciclabilità come momento di tempo libero, noi abbiamo cambiato impostazione». Mezzi, che ha la delega per la mobilità sulle due ruote, ha così avviato il progetto MiBici per adattare alle bicicletta 1.200 chilometri di percorsi centrati su città e hinterland, da aggiungere ai 2.200 di piste ciclabili esistenti. Un piano decennale.
Il primo passo sono i 3 chilometri e mezzo della Rogoredo-Chiaravalle-Poasco, al costo di 1 milione e 570.000 euro. C´è un però. La proprietà è di Rfi, Rete ferroviaria italiana, alla quale la Provincia ha chiesto, il 23 aprile, la concessione delle aree in comodato (dunque gratis) per una pista larga 3-4 metri.
Sono partite due lettere, una per l´amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia, e una per il direttore del compartimento di Milano, Michele Marzano. Dopo un mese si aspetta ancora una risposta ma Mezzi è ottimista e anche Rfi conferma che, di solito, richieste simili vengono accolte.
I tempi della burocrazia ferroviaria non sono rapidi, questo è il vero problema. Inoltre, trattandosi dell´utilizzo del patrimonio, la decisione sarà presa a Roma. Ottenuto l´ok, i tempi prevedibili sono di sei mesi per la progettazione esecutiva e di un anno per i lavori.
Sebbene la Rogoredo-Chiaravalle-Poasco sia un tassello di un piano di mobilità, la sua qualità ambientale e turistica è evidente. Dai rendering emerge un percorso nel verde a un passo dall´abbazia, con l´aggiunta di alberi e la rinaturalizzazione del paesaggio.
Positiva la reazione del mondo delle due ruote. Eugenio Galli, presidente dell´associazione Ciclobby e coordinatore regionale della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta), spiega che "la Fiab fa parte di Comodo, la Confederazione della mobilità dolce, la cui principale proposta è proprio il riutilizzo delle ferrovie dismesse come vie verdi, per evitare che giacciano in abbandono o vengano cementificate".
E a proposito di voies vertes, ricorda "che in Francia, da quando sono state smantellate le ferrovie ottocentesche, si possono percorrere lunghi tracciati in bicicletta. A me è capitato, la scorsa estate, di pedalare per 750 chilometri fra Bordeaux, la costa atlantica e il Perigor".
(21 maggio 2008)
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