
#salvaciclisti arriva
in Parlamento. A dimostrazione di come internet e i social network
influiscano anche sulle forme di democrazia, la campagna per la sicurezza sulle strade per gli amanti delle due ruote, partita inizialmente in Gran Bretagna, promossa dal Times, è rimbalzata in Italia come un tormentone attraverso Facebook, Twitter e migliaia di e-mail inviate a giornalisti e onorevoli, riuscendo, così, in pochi giorni a trasformarsi in una vera e propria proposta di legge.
Un Ddl presentato oggi ufficialmente dal senatore del PD Francesco Ferrante, ma firmato da 61 deputati e senatori di ogni partito – Lega esclusa – che dà seguito alle richieste di oltre 20mila persone che hanno aderito alla campagna Salviamo i ciclisti, diffondendola su Facebook (qui il link al gruppo creato) e su Twitter e che mette nero su bianco, riassunti in 11 articoli, i punti principali per lo sviluppo in sicurezza della mobilità urbana a pedali. In un paese dove in 10 anni 2.556 persone sono morte sulla strada in sella alle loro biciclette
“E' giunto il momento di
riconoscere, ad ogni livello amministrativo e politico, la ciclabilità
non solo come parte integrante della moderna mobilità quotidiana ma
come soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini
personali su mezzo privato. – si legge nel disegno di legge che potete scaricare qui - Deve
essere riconosciuto l'elevato valore sociale della mobilità
ciclistica. Il suo sviluppo e la sua tutela, nel nostro Paese lungamente
sottovalutati e anzi depressi dall'attenzione centrata sulla mobilità a
motore gli attuali standard europei, già da anni a livelli altissimi e
in Italia quasi inesistenti. La sicurezza delle persone che scelgono di
spostarsi in bici deve essere considerata una priorità, da raggiungere
soprattutto e in prima battuta attraverso la limitazione e la
moderazione del traffico veicolare a motore. L'attenzione del
legislatore alla sicurezza si deve concentrare su decise azioni di
limitazione della velocità in ambito urbano”.
Tra le disposizioni principali previste strumenti adeguati per il monitoraggio degli incroci più pericolosi come i semafori preferenziali per i ciclisti e l’obbligo per le società che gestiscono strade e autostrade di destinare il 2% del proprio budget agli enti locali per la realizzazione di piste ciclabili. Ma anche l’introduzione di corsi di formazione obbligatori al fine di conseguire la patente di guida e il tanto atteso limite di 30 km/h di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili. Il tutto a costo zero per lo Stato.
"La larghissima adesione
trasversale al mio disegno di legge ‘Salva ciclisti’ mi fa sperare di
vedere presto più biciclette e meno auto blu nel centro di Roma, ma
anche se così non fosse mi auguro che si raggiunga rapidamente lo scopo
principale dell’iniziativa, che è quello di intervenire per fermare il
drammatico numero di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni
le strade delle nostre città.” – commenta il senatore del Pd Francesco Ferrante alla presentazione del suo ddl “Interventi per lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica”.“E'
giunto il momento di riconoscere ufficialmente la ciclabilità non solo
come parte integrante della moderna mobilità quotidiana ma anche come
soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini
personali su mezzo privato. Il suo sviluppo e la sua tutela nel nostro
Paese sono stati lungamente sottovalutati e anzi depressi
dall'attenzione centrata sulla mobilità a motore, mentre gli attuali
standard europei sono da anni a livelli altissimi e in Italia ancora
quasi inesistenti."
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